La flora del Delta del Po, un patrimonio di colori e associazioni vegetali adatte a vivere nei diversi ambienti
Il Delta del Po presenta un numero elevato di specie floristiche e un’ampia varietà di associazioni vegetali tra loro molto diverse: dalle scarne praterie di salicornia, ai rigogliosi boschi di farnie, frassini e ontani, alle Ammophile che colonizzano le sabbie delle dune costiere, ai canneti che ancora caratterizzano ampi tratti del paesaggio.
- Salicornia veneta
- Sueda maritima
- Salicornia veneta
- Ophrys apifera
- Fragmites australis
- Nymphaea alba
- Cistus salvifolius
- Centaurea tommasinii | Ph. Andrea Moro
- Spartina marittima
- Quercus robur | Farnia
- Quercus robur | Farnia
Tra le comunità vegetazionali più diffuse troviamo le alofite, piante che crescono su diffuse superfici perennemente o stagionalmente inondate di acqua salata. Dal momento che le condizioni ecologiche sono limitanti per lo sviluppo della vegetazione, la flora degli ambienti alofili è composta da un numero ridotto di piante, molto specializzate, la cui distribuzione è influenzata dalle caratteristiche dell’habitat più che dal clima: tali specie presentano connotati di rarità e peculiarità.
Un’altra comunità molto peculiare è quella delle zone sabbiose: le dune costiere del Delta ospitano una flora abbastanza diversificata, mentre le sabbie consolidate retrodunali e dei cordoni dunosi antichi presentano una flora più varia.
Sono presenti ben oltre mille specie di flora vascolare, di cui almeno trenta di orchidee, distribuite in base alle esigenze ecologiche.
Fra queste ricordiamo alcune particolarmente rare o interessanti da un punto di vista fitogeografico come l’ibisco litorale (Kosteletzkya pentacarpos), il fiordaliso di Tommasini (Centaurea tommasinii), la salicornia veneta (Salicornia veneta), lo sparto delle barene (Spartina maritima), la granata hirsuta (Spirobassia hirsuta), il cisto femmina (Cistus salviifolius), la piantaggine di Cornut (Plantago cornuti) il giuncastrello marino (Triglochin maritima) e l’apocino veneziano (Trachomitum venetum).
I boschi che si rinvengono possono essere suddivisi in tre grandi categorie: i boschi termofili, i boschi igrofili e le pinete. I primi sono caratterizzati da una vegetazione mediterranea, difatti si estendono lunga la fascia litoranea, mitigati dal clima marittimo. La specie arborea che caratterizza questa tipologia di bosco è il Leccio (Quercus ilex), che si alterna ad aree dove predomina la struttura arbustiva. La testimonianza più rappresentativa di questo bosco è il Gran Bosco della Mesola. I boschi igrofili si trovano nella fascia più interna, in aree golenali o in prossimità di valli d’acqua dolce. La copertura arborea di questi ambienti è rappresentata da specie quali il Pioppo bianco (Populus alba), Salice bianco (Salix alba) e Olmo comune (Ulmus minor). Sul territorio del Parco alcuni esempi di questa tipologia boschiva sono rappresentati dal Bosco del Traversante presso le Valli di Argenta e Marmorta e da Punte Alberete nel territorio ravvennate.